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Pfister, nei suoi quaderni l’origine di un mito

14/06/2024

Pfister, nei suoi quaderni l’origine di un mito

Samir Borji, Lorenzo Curti, Giovanni Lavezzi, Edoardo Destro, Peter Lanser, Emma Bellazzi, Matteo Allegritti.

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Rossana Zorzato è la principale studiosa dell’opera dello stilista che a lungo ha lavorato a Vigevano.
Nato a Pesaro il 30 agosto 1942, Pfister trascorre l’infanzia in Svizzera e frequenta la facoltà di “Belle Arti” all’università di Parigi; vince nel 1963, ad Amsterdam, il primo premio del Concorso Internazionale per il miglior creatore di calzature e questo riconoscimento preannuncia una carriera senza passi falsi.
Nel ’64 si stabilisce a Parigi dove disegna per Lanvin e Patou.

Nel ’65 produce la prima collezione che porta il suo nome, nel ’67 l’incontro con Jean Pierre Dupré che diventa suo socio e l’inaugurazione della prima boutique a Parigi.

Nel ’74 l’apertura di un’azienda a Vigevano, in provincia di Pavia e la creazione di una linea di borse, foulard e cinture. Nell’87, è la volta di una boutique in via Sant’Andrea, poi trasferita in via Montenapoleone.
Nella sua casa di vacanza a Positano, possiede una delle più interessanti collezioni storiche di calzature, con modelli del ‘700, opere di scultori come Biraben e una calzatura ideata da Dalì per la moglie Gala.
Nel 2001 il marchio viene acquisito, assieme alle sue attività produttive e commerciali, dal gruppo Fin. Part e già l’anno successivo viene inaugurata la boutique di Los Angeles, a Rodeo Drive. Ma già nel 2003 il brand passa nuovamente di mano: Fin.Part lo cede infatti a Mafra, società del Mariella Burani Fashion Group che rientra nel gruppo Antichi Pellettieri.
Nel 2004 il Museo della Calzatura di Vigevano dedica a Pfister una mostra, che ripercorre la sua carriera attraverso le celebri calzature-scultura.
Dopo più di quarant’anni vissuti insieme, arriva nel 2014 il giorno delle nozze per Andrea e Jean-Pierre, dopo il quale i due si trasferiscono nella loro casa nei pressi di Marsiglia, in Francia, dove trascorrono i loro ultimi anni insieme. Due anni dopo la loro unione, JeanPierre, viene a mancare nel marzo 2016 e, di lì a poco, anche Pfister si spegne lentamente a causa di una lunga malattia, all’età di 75 anni nella notte tra il 24 e 25 gennaio 2018, assistito dalla cara sorella che gli è stata vicina negli ultimi mesi della sua vita.

UNA TESI SU PFISTER

La classe 4 CAT (indirizzo Costruzione, Ambiente e Territorio) degli Istituti Paritari Leonardo da Vinci di Vigevano ha avuto la possibilità di incontrare Rossana Zorzato, che nel 2022 scrisse una tesi su Andrea Pfister, e Pier Luigi Muggiati, Responsabile del “Servizio Musei, Archivi e Istituto Musicale Costa” del Comune di Vigevano, i quali hanno fornito delle informazioni sullo stilista e ci hanno dato la possibilità di visionare il prezioso materiale custodito all’interno dell’Archivio Storico di Vigevano, città in cui Andrea Pfister ha dato inizio al suo impero della moda.
«Nella sede archivistica di via Giovanni Merula – dice la Zorzato, – ho svolto un approfondito lavoro di analisi e ricerca da cui sono emersi materiali di estrema importanza per la ricostruzione di parte della carriera dello stilista svizzero. I materiali rinvenuti riguardano in particolare modo la fase lavorativa dell’artista che parte dalla fine degli anni Ottanta, fino ad arrivare ai primi anni del Duemila, nella precisione fino al 2002. Per mezzo della testimonianza di Pier Luigi Muggiati, responsabile dell’archivio, sono venuta a conoscenza che la documentazione rinvenuta, oggetto d’analisi di questo elaborato, è stata donata al Comune di Vigevano non dallo stesso Andrea Pfister, bensì da una cara amica statunitense dell’artista.

Quest’ultima ha deciso di donare all’Archivio Storico vigevanese tutta la documentazione in suo possesso, affinché potesse diventare oggetto di studio per il museo della calzatura della città ducale.

Tutti i documenti erano suddivisi in modo completamente casuale all’interno di tre scatole, nelle quali non vi erano solo carte, bensì anche cataloghi, scampoli, accessori e alcune decorazioni conservate dall’artista, probabilmente per eventuali progetti e collezioni future. Tra il materiale conservato, di grande testimonianza per una maggiore comprensione del metodo lavorativo dello stilista sono gli undici quaderni in cui Pfister annotava, seppur alla rinfusa, ogni genere di appunto o idea che potesse essergli d’aiuto nel suo lavoro».

LA STORIA DI UN IMPERO NELLA MODA

I quaderni in questione sono stati catalogati secondo un ordine cronologico dallo stesso Pfister e comprendono un lasso temporale che si estende dal 1987 fino al 2002. Insieme ai quaderni sono custoditi i bozzetti dello stilista: cartoncini e fogli riportanti gli studi stilistici per scarpe e borse, oltre a tessuti, cristalli e applicazioni di fantasia, per la maggior parte floreale, che lo stilista ha conservato in alcune buste e contenitori di minori dimensioni, quasi a voler tenere in considerazione queste decorazioni come un’eventuale ispirazione per una collezione futura.
Grazie alla lungimiranza dell’artista, ed alle proficue collaborazioni con aziende leader del Made in Italy, Pfister costruisce in poco tempo un impero della moda. La sede vigevanese dell’azienda è seguita sotto ogni aspetto dallo sguardo meticoloso di Jean-Pierre Dupré; mentre Pfister può dedicarsi con tranquillità alla creazione dei suoi disegni nell’abitazione di Vettica a Praiano, nella costiera amalfitana.

LE CELEBRITÀ IN COSTIERA AMALFITANA

Altro aspetto curioso che ci viene raccontato da Zorzato è che «La residenza campana di Torre della Gavitella, dove lo stilista vi si reca nei momenti di maggiore impegno lavorativo, è lo specchio della personalità di Pfister: una dimora dal carattere nobile ed allo stesso tempo accogliente e confortevole. È nel salone principale che lo stilista è solito collezionare con scrupolosità tacchi, fibbie, forme, pezzi di jais indiani, ovvero ogni tipo di oggetto artistico che fosse riconducibile al campo semantico della calzatura, sua grande passione, oltre che sua professione. Qui si svolgono alcune delle vendite più importanti dello stilista, il quale coinvolge il cliente in un modo piuttosto inusuale. Una abitudine di Pfister, infatti, è quella di far firmare i contratti agli acquirenti facendogli trascorrere qualche giornata nella splendida cornice della sua casa in costiera amalfitana, una nuova frontiera del lavoro, ovvero quella del lavoro confortevole. In questo modo, l’artista riesce a creare una perfetta armonia tra dovere e piacere, andando incontro alle esigenze del cliente, ma allo stesso tempo, trattandolo come se fosse un suo caro ospite. A rendergli spesso visita dive del cinema come Julia Roberts, la cantante Barbra Streisand, o la stilista statunitense Donna Karan, spesso anche lei intenta a disegnare le sue collezioni, ispirata dalla meravigliosa ambientazione in cui è ospitata la casa di Pfister. Sempre a Torre della Gavitella si sono svolti alcune feste ed eventi unici, che hanno reso la dimora campana dei due imprenditori una dei luoghi più esclusivi dell’epoca. Una festa tra le più memorabili è sicuramente il ricevimento organizzato da Pfister e Dupré in occasione del matrimonio tra Ben Gazzara con la moglie Elke, evento in cui l’abitazione-museo diventa un paradiso ad occhi aperti».

La lista di celebrità che amano Andrea Pfister e le sue collezioni tende a diventare sempre più lunga con il passare del tempo

Le sue calzature entrano nel cuore di molti personaggi di fama Internazionale come Liz Taylor e Ornella Muti Monica Vitti, Cher, Susan Sarandon, Ursula Andress, che, oltre ad apprezzarne la bellezza, diventano per loro dei veri e propri oggetti da collezione, sinonimo di raffinatezza e ricercatezza.
La carriera dello stilista è contrassegnata da innumerevoli successi e riconoscimenti a livello internazionale: nel 1988 viene consacrato come il miglior disegnatore di calzature; lo scenario si svolge nella cornice della Carnegie Hall nel momento in cui la Fashion Footwear Association di New York, l’associazione della moda calzaturiera, e la Fashion Media Association conferiscono ad Andrea Pfister là Medal of Honor.

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